Tra pochi giorni ed esattamente a partire dal 20 febbraio prenderà il via la III edizione del SempreVerdi Festival. Abbiamo avvicinato Luisa Costi, direttrice artistica dell'importante manifestazione musical-culturale dedicata a Giuseppe Verdi, per farle qualche domanda utile a conoscere la genesi, gli obbiettivi e le speranze future del Festival genovese.
Come è nata l'idea di un Festival da dedicarsi a Giuseppe Verdi in quel di Genova?
Da una visita a Casa Verdi, a Milano. Lì rimasi colpita da una sala in cui erano collocati i mobili provenienti dalla dimora genovese di Verdi. Io sono nata a Genova e lì ho vissuto fino al liceo, eppure non mi ero mai resa conto del rapporto stretto che Verdi aveva instaurato con la mia città natale: sentii il bisogno di indagare e raccontare questa storia. Di celebrarla.
Quali erano gli obbiettivi che ti eri posta per la prima edizione, l'unica che ha avuto la fortuna di svolgersi in tempi normali di pre-pandemia?
In realtà la pandemia ha solo sfiorato la II edizione, costringendoci ad annullare l'ultimo evento di marzo 2020 che abbiamo riprogrammato quest'anno, adeguandolo alla situazione attuale. Si tratta del primo appuntamento: Lo scultore Giulio Monteverde e i volti del Risorgimento: i ritratti di Giuseppe Mazzini e di Giuseppe Verdi, in streaming il 20 febbraio dal Museo del Risorgimento.
L'obiettivo della I edizione era molto semplice: sondare il terreno, capire se ci fosse un interesse attorno al tema "Genova città verdiana", attivare una rete sul territorio ma non solo. La risposta sia in termini di pubblico che di interesse degli artisti e della stampa ha superato le aspettative.
Nonostante la situazione di emergenza in cui stiamo vivendo da circa un anno, siete riusciti a realizzare la seconda edizione e tra breve prenderà il via la terza. Quali sono state le difficoltà maggiori che avete dovuto affrontare e in che cosa siete stati maggiormente limitati.
Le difficoltà non sono mancate, inutile nasconderlo, ma voglio vederle come un grande esercizio (forzato!) di flessibilità nel modulare e ripianificare e di creatività, nell'immaginare un programma che non fosse un ripiego, un piano B.
Abbiamo lavorato a una proposta creata appositamente per i mezzi di fruizione e il contesto attuale, con le sue peculiarità: sperimentando e analizzando le potenzialità dei mezzi digitali, e immaginando modi alternativi per diffondere live la musica di Verdi. Abbiamo cercato insomma di vedere l'opportunità nei vincoli, senza piangerci addosso... ovviamente con la speranza ben salda di tornare l'anno prossimo a riempire le piazze ed emozionarci assieme, gomito a gomito!
In questi momenti di difficoltà hai potuto contare sulla solidarietà di artisti e operatori del settore?
Questo è l'aspetto che forse più mi sta a cuore: la risposta degli Artisti è stata da subito, in realtà, la vera molla che mi ha spinto a proseguire in questa avventura. Non solo solidarietà ma un vero incitamento, concretizzato nelle adesioni entusiaste a partecipare, nei consigli preziosi. In uno degli appuntamenti online della rubrica Salotto Musicale Francesco Micheli parla anche di questo, della "Repubblica dell'arte", della grande famiglia degli artisti. Ho trovato le sue parole più vere che mai in questo momento difficile per il mondo dello spettacolo.
Come hanno risposto cittadinanza ed amministrazione comunale alle prime due edizioni del Festival?
Molto bene! L'entusiasmo e la voglia di partecipare sono due costanti che accompagnano il SempreVerdi Festival sin dalla prima edizione. Grazie all'eterogeneità degli eventi, agli ospiti, grandi nomi di richiamo anche per un pubblico non specializzato e ad una adeguata strategia di comunicazione, il Festival ha sempre avuto successo: le prime due edizioni hanno radunato oltre 2000 persone. Mi piace ricordare in particolare il concerto di apertura della II edizione diretto da Beatrice Venezi con Serena Gamberoni e Fabio Armiliato in Piazza San Lorenzo, davanti alla Cattedrale, e un coro "da record" di quasi 100 elementi a intonare le hit verdiane più celebri: la piazza era gremita e le richieste di bis e tris a gran voce non si fermavano più...
Hai dei riferimenti per quello che sarà il SempreVerdi Festival del futuro? Come vorresti vederlo crescere? Hai un desiderio particolare che vorresti veder realizzato?
Puntando sempre a proposte di qualità ed alto livello, vorrei che il Festival mantenesse questa sua identità multidisciplinare, fortemente divulgativa, pensando ai giovani ma non solo - perchè di musica c'è bisogno vitale a tutte le età, e non è mai troppo tardi per scoprirlo. Per quanto riguarda i desideri... Posso certamente citare uno degli eventi ahimè sfumati quest'anno: con una grande artista e amica del Festival abbiamo lavorato per mesi al progetto di un Requiem. Chissà!
Quali saranno gli eventi di punta dell'edizione che prenderà il via il prossimo 20 febbraio?
Quest'anno mancherà un grande evento in piazza, per ovvie ragioni. Abbiamo puntato invece sulle possibilità che offre il web, tra cui quella di raggiungere un pubblico ancora più ampio e portare "Genova città verdiana" oltre i suoi confini geografici. La parola d'ordine è multidisciplinarità così che per ogni fruitore l'evento di punta sia quello che più tocca le proprie corde: che si tratti della storia dell'arte, con il primo appuntamento, già citato, sullo scultore Giulio Monteverde e i volti del Risorgimento; o di un concerto, ma particolare: alla chitarra di Giuseppe Mazzini! (Sempre dal Museo del Risorgimento di Genova).
Oppure di un'imperdibile dialogo allo specchio tra due grandi compositori del melodramma italiano grazie a due "portavoce d'eccezione" : Michele Pertusi e Francesco Micheli... rispettivamente Verdi e Donizetti!
Passando per tematiche d'attualità come il gender gap, affrontato in ambito musicale: ne parleremo con il M° Beatrice Venezi.
O ancora un approfondimento musicale che piacerà ai palati melomani più esigenti: tre puntate speciali della rubrica ormai "cult" Sfumature Verdiane, incentrate sull'opera genovese di Verdi, Simon Boccanegra, guidati da Gianmaria Aliverta e una folta squadra di esperti.
Per chi ama la storia, finalmente una vera "rassegna stampa" sul secondo funerale di Verdi, ricorrenza attorno alla quale quest'anno è costruito il Festival, guidati da Giuseppe Martini direttamente dall'Istituto Nazionale di Studi Verdiani.
E, per finire, l'ormai consueto appuntamento con un regista per spiare dietro le quinte di uno spettacolo verdiano e raccontarne la genesi: quest'anno tocca a Davide Livermore e al suo Attila.
Compatibilmente con la mutevole (ahimè) situazione sanitaria, non mancheranno eventi live sul territorio cittadino: ovviamente niente concerti o eventi tradizionali ma...consigliamo occhi e orecchie aperte ai genovesi il 26 e 27 febbraio, sono previste piccole invasioni verdiane! Seguiteci sui canali social per saperne di più.
Danilo Boaretto
Maggiori informazioni e il dettaglio di tutti gli eventi che si terranno nell'ambito della III edizione del SempreVerdi Festival le potete trovare sulle seguenti pagine ufficiali: