Dici Miskolc e pensi… niente. Cos’è, dov’è, questa Miskolc (che si pronuncia Mishcolz) nessuno lo sa. Miskolc è una cittadina a nordest dell’Ungheria che da qualche anno sta facendosi conoscere fra gli appassionati di opera e musica classica e contemporanea di tutto il mondo per il Bartòk Plusz Opera Festival che vi si svolge ogni anno, per una decina di giorni, ai primi di giugno.
La cittadina si presta al Festival, ha un centro storico attraversato da una lunga strada dritta e piena di negozi e caffè. Senza marciapiedi né alcuna barriera architettonica è completamente pedonale ad eccezione di due Tram, che procedono in direzione opposta permettendo di spostarsi così dal centro alle periferie in qualsiasi ora del giorno e della notte. Mi ha fatto venire in mente il centro di Zurigo. Però senza il lago.
Diretto dall’istrionico e infaticabile direttore d’orchestra Gergely Kesselyák, il Bartòk Plusz Opera Festival ha svolto la sua edizione 2017 dal 16 al 25 giugno, presentando circa duecento eventi musicali, disseminati fra strade periferiche e centrali, piazze, mercatini, palcoscenici e teatri.
Di questi ultimi Miskolc ne ha quattro (Sì, avete letto bene, 4. Per 160.000 abitanti ci sono 4 teatri): il Teatro Nazionale; il Summer Theatre all’aperto; l’AmphiTheatRoom e il Kamaraszínház, un teatro da camera attrezzatissimo che è anche cinema.
Tutti concentrati attorno alla via principale, la Széchenyi István út, teatri e luoghi degli eventi sono raggiungibili fra loro in un massimo di dieci minuti a piedi, rendendo il tragitto un percorso musicale e performativo senza soluzione di continuità. Davvero un bel posto dove programmare una vacanza all’insegna dello spettacolo e della musica.
I numeri del Bartòk Plusz Opera Festival proseguono con dati formidabili quando si tratta di elencare i contenuti della rassegna Rebirth of Opera, quest’anno consistente in 7 opere in programma, di cui 3 in prima assoluta.
Nessun titolo dal grande repertorio. Perché Miskolc è Festival per il futuro della musica, è opportunità per i giovani, è vetrina per chi vuole conoscere lo stato dell’arte del panorama musicale internazionale.
Così, al titolo più rappresentato, Candide, di Leonard Bernstein (link alla recensione), si affianca il recupero di Székely fonó (The Spinning Room) (link alla recensione), del grande compositore ungherese Zoltán Kodály e presentata una sola volta in Italia, nel 1934 al Teatro alla Scala di Milano con il titolo La filanda magiara. Tolto dalla sua impiastricciata iconografica e irrisolta forma di Opera in un atto da testi popolari, acquista ora la forma di Singspiel per il lavoro affidato al regista polacco Michael Znaniecki, giocandosi finalmente una chance per l’entrata del titolo nel repertorio operistico internazionale.
Maria de Buenos Aires di Astor Piazzolla (link alla recensione) è la tango-opera che con Junior Butterfly, del compositore giapponese Shigeaki Saegusa, completa il novero delle opere già rappresentata (quest’ultima una sola volta, al Gran Teatro di Torre del Lago Puccini nel 2006).
Fra le tre opere in prima mondiale corre la necessità di segnalare subito Scӕvola (link alla recensione), opera prima di Mátyássy Szabolcs. Vincitore del Premio di Composizione “Key to the future 2016” istituito proprio dal Festival di Mickolc ogni anno (forse diventerà biennale di qui in avanti), Szabolcs ha potuto mettere in scena il suo primo lavoro operistico grazie alla coproduzione del Bartòk Plusz con la Liszt Ferenc Academy of Music che hanno realizzato un allestimento efficace del soggetto scritto dallo stesso compositore sul gesto eroico compiuto da Muzio Cordo, che per punirsi di un errore si bruciò la mano destra (da lì in poi Scӕvola, mancino).
Il musical è invece la strada intrapresa da Tamás Ittzés e Gábor Lanczkor che per il 500° anniversario della Riforma luterana (convenzionalmente stabilita nell’ottobre del 1517) mettono in scena A lutherek, una Ragtime Opera che fa incontrare in paradiso Martin Luther King, Martin Lutero, giocando più sulla similitudine dei nomi che sui contenuti (link alla recensione).
Percorre la stessa strada, del musical, anche Levente Gyöngyösi, compositore ungherese di origine rumena, classe 1975, che su un canovaccio tratto dal dramma di Michail Bulgakov porta sul palcoscenico del teatro Nazionale di Miskolc Il maestro e Margherita rappresentato in forma di concerto (link alla recensione).
Due Gala hanno iniziato e finito il Bartòk Plusz Opera Festival 2017, mentre alcuni importanti eventi, I Musici di Roma su musiche di Nino Rota, Ennio Moricone e Valentino Bucchi, e la performance in prima assoluta di Phonè (link a Phonè e Intervista a Girolamo Deraco), Installazione sinfonica per coro e 100 grammofoni e coro, hanno scandito gli altri momenti di punta della manifestazione.
Link alle recensioni: (click sopra il titolo scelto per poterla leggere)
1. Il Gala di apertura – 16/06/2017
2. Tamás Ittzés: A Lutherek (The Luthers) – 18/06/2017
3. Astor Piazzolla: Maria de Buenos Aires – 18/06/2017
4. Leonard Bernstein: Candide – 19/06/2017
5. Szabolcs Mátyássy: Scævola – 21/06/2017
6. Zoltán Kodály: Székely fonó (The Spinning Room) – 22/06/2017
7. Girolamo Deraco: Phonè – 23/06/2017
8. Levente Gyöngyösi: The Master and Margarita – 24/06/2017
9. Intervista a Girolamo Deraco, autore di Phoné, installazione sinfonica per coro e 100 grammofoni