Sorto da un'idea di Matteo Peirone e Linda Campanella, artisti noti ed apprezzati sui palcoscenici internazionali, l'appuntamento, cui il suggestivo borgo ligure di Noli fa quasi da culla naturale, ha saputo imporsi negli anni certo per la qualità degli eventi proposti, ma ritengo soprattutto per l'idea che ne sta alla base: porre le diverse arti in dialogo, con l'ambizioso obiettivo di creare un linguaggio semplice ma raffinato che nel confronto incuriosisca e stimoli il pubblico presente.
Sono state molte le sfide affrontate dal Noli Musica Festival in questi anni, ma certamente una delle più rischiose ed ambiziose è stata quella di creare al suo interno un appuntamento, giunto quest'anno alla terza edizione, in cui all'audacia del progetto viene ad affiancarsi l'austera bellezza di un luogo simbolo della cittadina quale il castello di Monte Ursino che troneggia sul golfo di Noli.
Dopo Lucia di Lammermoor e Traviata la scommessa quest'anno riguarda uno dei titoli più complessi e popolari di Giuseppe Verdi: “Rigoletto”.
Allontanandosi dalla partitura verdiana e da tutte le convenzioni di tradizione che l'hanno a tratti soffocata, la creatività di Matteo Peirone (autore dei coinvolgenti testi) ha qui creato un ponte visivo con Hugo e con quel “Le Roi s'amuse”, fonte originale d'ispirazione della partitura, visualizzando una narrazione eterna che, snodandosi attraverso note e versi arriva diretta al pubblico raccolto all'interno del suggestivo spazio.
Rigoletto, una storia maledetta, spettacolo a numero chiuso sorto in collaborazione con il teatro della Tosse, presenta così cantanti ed attori riuniti insieme a raccontarci un dramma universale e, proprio per questo, sempre attuale.
La voce narrante di Sara Cianfriglia (Ananke/Il Destino) guida lo spettatore attraverso una storia in cui il Duca ritorna Re e Rigoletto prende la forma e la voce dell'attore Alberto Bergamini che, quasi dialogando con il pubblico, rende immediatamente percepibile il dramma dell'uomo ed il suo perenne conflitto con se stesso e con il mondo della corte, che solo la purezza di un bimbo (Matteo Procopio/Fabrizio Tarelli) potrà forse placare.
Su di un altro piano i cantanti: Michele Govi energico e appassionato Rigoletto, Linda Campanella autentica lezione di canto nel ruolo di Gilda, Roberto Iuliano sprezzante Re/Duca, Giorgia Bertagni seducente Maddalena e John Paul Huckle spietato Sparafucile riportano il pubblico in un contesto più noto ma che, dialogante a 360 gradi con la pièce, perde ogni traccia di convenzionalità.
Funzionale la regia di Amedeo Romeo che, unitamente a Daniela De Blasio (costumi), Renza Tarantino (scene), Massimo Calcagno (suoni) e Davide Bellavia (luci), riusciva a veicolare compiutamente il percorso drammatico e narrativo senza soluzione di continuità.
Interessante e molto ben fatta la trascrizione della partitura di Andrea Albertini la quale, eseguita dal Noli Festival Ensemble, faceva da cerniera conclusiva a questo ardito ed avvincente spettacolo che ha avuto in ogni serata un sold out che non può che testimoniarne l'indubbio successo.
Da segnalare che la serata del 21 luglio è stata arricchita dalla presenza del celebre baritono Ambrogio Maestri a cui è stato consegnato il premio “Città di Noli - una Vita per la Musica 2019”. La consegna del riconoscimento è stata preceduta da un'intervista allo stesso premiato, condotta da Danilo Boaretto, direttore di OperaClick. Alle domande poste dal critico, Maestri ha risposto con la consueta disponibiltà e simpatia divertendo il pubblico presente. Infine, il baritono pavese, reduce dall'impegno scaligero nel Gianni Schicchi, ha omaggiato i presenti cantando l'aria “Era uguale la voce?”
La cronaca si riferisce alle serate del 18 e 21 luglio 2019
Silvia Campana