Grandissima partecipazione da parte della gente che ha invaso le strade di Bergamo in occasione della quinta edizione della Donizetti Night tenutasi sabato 15 giugno dalle 18,30 sino a circa mezzanotte. Un evento nato dalla vulcanica mente di Francesco Micheli al quale va ascritto anche il merito di averlo fatto crescere, edizione dopo edizione, tessendo una fitta ragnatela di collaborazioni con le più svariate realtà locali: associazioni culturali, commercianti, amministratori, appassionati e tanti volontari. Una manifestazione che ad ogni occasione palesa sempre più una sorta di dilagante e profondo orgoglio popolare nei confronti dell'amato grande bergamasco: Gaetano Donizetti. Bergamo trasformata per una notte in una sorta di Salzburger Festspiele: 20 palcoscenici diversi allestiti in vari luoghi della città bassa sui quali hanno preso vita 70 appuntamenti distribuiti fra musica (di vari generi), prosa e danza. Una festa estiva a grande coinvolgimento popolare ma anche un modo per incuriosire tante persone verso i più colti eventi proposti dall'autunnale Festival Donizetti Opera che quest'anno si aprirà - dopo l'anteprima under 30 del 12 novembre – il 14 novembre con il Gala inaugurale diretto dal direttore musicale Riccardo Frizza ed il giorno successivo con la rappresentazione di un'opera di Donizetti che, avendo avuto la sua prima rappresentazione nel 1819, compie due secoli: Pietro il Grande kzar delle Russie.
Tra i tantissimi spettacoli che hanno infuocato la notte donizettiana, siamo riusciti ad assistere ai tre principali.
Alle 20 in piazza Matteotti, intitolato “Don Gaetano: a speed date with. Viaggio sentimentale contemporaneo in sei container”: realizzazione del particolare progetto vincitore del primo concorso della Fondazione Teatro Donizetti per progetti di teatro musicale destinati alla Donizetti Night e curato per la parte registica da Davide Marranchelli. Sei container disposti a poca distanza l'uno dall'altro, ai quali abbiamo avuto accesso singolarmente, a coppie o a gruppi di pochissime persone. Nel primo container un'attrice (Eleonora Giovanardi) travestita da anatomopatologa sui generis, davanti ad uno scheletro, raccontava con grande eccitazione della sparizione del cranio di Donizetti avvenuta dopo l'autopsia e del successivo, un po' fortunoso, ritrovamento. In un'altra tappa del percorso, un attore (si alternavano Stefano Dragone e Simone Severgnini) recitava la parte di Vincenzo Bellini sdraiato sul lettino dello psicanalista a causa della frustrazione causata dai molteplici successi del rivale bergamasco. Poi era la volta degli addii donizettiani: tre soprani accompagnate all'arpa da Ottavia Rinaldi e alla tastiera da Sebastiano Bertulini si alternavano nelle esibizioni ai vari gruppi; noi abbiamo ascoltato Holly Czolacz cantare con la necessaria dolcezza “Oh nube, che lieve per l'aria” da Maria Stuarda. Gli altri due soprani erano Paola Leoci e Francesca Longa. In totale circa venti minuti di percorso fantasioso che non ci ha certamente lasciati indifferenti.
Alle 21 nel cortile del Palazzo della Provincia abbiamo assistito al riuscitissimo spettacolo intitolato “...maledetto Gaetano!” pastiche sconcertante in un atto, realizzato grazie alla fruttuosa collaborazione tra la Fondazione Donizetti ed il Conservatorio “Gaetano Donizetti” di Bergamo. L'intesa artistica fra Roberto Frattini esperto musicista, compositore, direttore d'orchestra e persona dotata di grande senso dell'ironia oltreché insegnante di Lettura della partitura al Conservatorio di Bergamo e Pietro Ghislandi, poliedrico quanto preparato attore ha dato vita ad uno spettacolo divertente, un po' folle, simpaticamente dissacrante quanto gradevolissimo, basato sulla buona musica donizettiana con omaggi a Mozart, von Bingen, Johann e Joseph Strauss ed Astor Piazzolla. Ghislandi e Frattini, rispettivamente Don Vito – uno strampalato parroco di provincia – e un direttore d'orchestra un po' sopra le righe hanno generato una sequenza di situazioni surreali che hanno trovato sempre sbocco in momenti musicali ben realizzati. Schierati in un angolo del cortile il Coro (preparato da Elisa Fumagalli) e l'Orchestra del Conservatorio “Gaetano Donizetti” hanno risposto bene alla bacchetta di Roberto Frattini destreggiandosi con disinvoltura dal Dies Irae mozartiano al Che interminabile andirivieni dal Don Pasquale passando da Piazzolla (con la collaborazione di Roberto Ranieri come violoncello solista) ed il Pizzicato-Polka di Johann e Joseph Strauss. Bene hanno figurato anche i quattro cantanti coinvolti: Leonora Tess che nei panni di Suor Rita ha cantato appunto l'aria tratta dalla Rita di Donizetti, il baritono Hang Hoon Lee con Un foco insolito dal Don Pasquale, il tenore Riccardo Benlodi a cui è toccata quasi scontatamente Una furtiva lagrima. Infine il soprano Sumin Seo nel ruolo di Suor Giannetta ha preso parte al finale primo di Elisir d'amore. Uno spettacolo durato circa un'ora che il pubblico ha dimostrato di aver gradito senza riserve salutando la frase di Don Vito con cui si è chiuso lo spettacolo: “andate in pace la Messa è finita”, con lunghi e calorosi applausi.
Nemmeno il tempo di applaudire e via di corsa verso lo spettacolo di punta dell'intera manifestazione intitolato La Luna. Un progetto ideato da Michele Balistreri, Paolo Cascio e Francesco Micheli dedicato ai 50 anni del celebre allunaggio avvenuto il 20 luglio 1969.
Un tema, quello della Luna, sviluppato bene sul palco da Francesco Micheli il quale, con la sua recitazione appassionata e scatenata, ha raccontato aneddoti operistici, ha parlato di musica, raccontato di Donizetti e tanto altro, sempre con la consueta capacità di catalizzare l'attenzione del pubblico. Ottima la prova del soprano Marta Torbidoni che ha riempito con la sua voce di bel timbro i vari momenti musicali aventi come trait-d'union ovviamente la luna: Regnava nel silenzio, Gia la luna è in mezzo al mare, Tacea la notte placida, Casta Diva i titoli dei brani cantati. Buona la prova dell'Orchestra I Pomeriggi Musicali diretta da Fabrizio Ventura.
Anche in questo caso grande successo di pubblico ed una palpabile e comune riconoscenza nei confronti dell'eroe della serata: Gaetano Donizetti.
Danilo Boaretto