Voce | Cristina Zavalloni |
Pianoforte | Andrea Rebaudengo |
Eric Satie | |
La Diva de l'Empire, per voce e pianoforte | |
Je te veux, per voce e pianoforte | |
Francis Poulenc | |
da "Le Bestiaire au Cortège d'Orphée" per voce e pianoforte: | |
Le Dromadaire - La Carpe | |
da "Banalités" per voce e pianoforte: Hotel | |
Huite Nocturnes per pianoforte op. 56 | |
Presto in si bemolle maggiore per pianoforte [1934] | |
Francis Poulenc | |
La Voix Humaine, tragedia lirica in un atto su libretto di Jean Cocteau | |
(versione per voce e pianoforte, in forma semiscenica) |
Visto lo scarsissimo afflusso di pubblico al Teatro Manzoni di Pistoia, il raffinato programma francese deve aver spaventato sia i cultori della musica classica ”tout-court” che quelli interessati a un diverso repertorio (con le due canzoni di Satie in locandina, pur deliziose, siamo su un livello assai più leggero), un programma che rientra a buon diritto nella corrente Stagione di musica da camera anche se eccezionalmente ospitato al Teatro Manzoni. Il concerto si è svolto davanti a poche decine di spettatori (praticamente "un forno") ma gli assenti hanno perso un'occasione per ascoltare bella musica ed un'interprete intelligente e poliedrica come Cristina Zavalloni.
Voce di formazione jazzistica ma con un repertorio amplissimo, dal barocco alla musica contemporanea, la Zavalloni si presenta in locandina non come “soprano” o “mezzosoprano” ma come “voce”.
La definizione non è certo casuale, ed in parte chiarisce il carattere della serata: ci sarebbero troppi raffronti da fare per La Voix humaine composta da Francis Poulenc nel 1958 e che ebbe la sua prima esecuzione il 6 febbraio 1959 (protagonista il grande soprano francese Denise Duval, direttore d'orchestra Georges Prêtre). Infatti il personaggio di Elle (Lei) ha sempre affascinato cantanti di nome, e ci sembra abbastanza inutile fare confronti con le registrazioni esistenti o con soprani che abbiamo ascoltato anche dal vivo nella parte. La Zavalloni giustamente sceglie una sua cifra, che non è né troppo leggera né troppo classica, ma che fa forza sulle sue caratteristiche vocali e sulla sua espressività, caratteristiche con le quale può venire a capo della particolare scrittura vocale e rendere credibile il mondo interiore dell'unico personaggio di questa ”tragédie lyrique” composta su un testo intensissimo di Jean Cocteau.
Ne La voix humaine le disuguaglianze nei vari registri della voce possono passare in secondo piano (meno, ad esempio, nelle liriche per voce e pianoforte eseguite in apertura di serata, nelle quali era difficile trovare una linea vocale univoca) e diventare fatto espressivo, anche se forse latita nella interpretazione della Zavalloni lo spirito e la sensibilità tutta francese insiti in ogni nota; bisogna anche dire che la cantante è aiutata non poco dalla propria intensa personalità attoriale (la parte visiva dello spettacolo porta la sua firma registica).
La voix humaine è stata rappresentata in quest'occasione in forma semiscenica e nella versione pianistica, con allestimento minimale a cura dell'Associazione Teatrale Pistoiese: pochi oggetti in scena, un'ambientazione ”normale” e fedele al testo. Il finale, lasciato un po' ambiguo da compositore e librettista, vede in questo caso il personaggio di Elle che (forse con una piccola forzatura, ma non troppo) si allontana, evidentemente alla ricerca di un nuovo amore perché la vita continua, dopo aver deposto il suo abito sulla dormeuse, ma con quello che a volte si vede sui palcoscenici lirici questa piccolissima libertà di interpretazione ci sembra un'inezia.
Andrea Rebaudengo è un pianista multiforme e curioso dalla lunga carriera, in questo caso accompagna con grande intelligenza e morbidezza la voce della Zavalloni e si esibisce anche in alcune raffinate pagine pianistiche di Poulenc con garbo e finezze.
Il pubblico (rari nantes in gurgite vasto) ha festeggiato tutti con calore, soprattutto al termine della serata.
La recensione si riferisce al concerto del 23 marzo 2022.
Fabio Bardelli