Direttore | Felix Mildenberger |
Violoncellista | Enrico Bronzi |
Orchestra Leonore | |
Federico Biscione | |
"Dalla soffitta", per orchestra da camera | |
Dmitri Shostakovich | |
Concerto per violoncello e orchestra n. 1 op. 107 | |
(solista Enrico Bronzi) | |
Franz Joseph Haydn | |
Sinfonia n. 104 (Hob I:104) "London" |
La possibilità di riascoltare il magnifico Concerto n. 1 per violoncello di Dmitri Shostakovich ci è offerta dal solista Enrico Bronzi, accompagnato dall'Orchestra Leonore diretta dal giovane direttore tedesco (è del 1990) Felix Mildenberger in occasione del terzo appuntamento della XVII Stagione Sinfonica a Pistoia.
Scrivevo a proposito del Concerto n. 1 per una esecuzione fiorentina (maggio 2021): “La composizione è dell'anno 1959, alla sua genesi non fu estranea l'amicizia con Mstislav Rostropovich, e a lui fu dedicata; lo storico violoncellista ne fu anche il primo interprete il 4 ottobre di quell'anno a San Pietroburgo sotto la direzione di Evgenij Mravinskij.
Opera molto impegnativa per il solista e di grande equilibrio strumentale fra solista e orchestra, deve il suo immediato impatto forse anche alla iniziale celebre “cellula germinativa” ricavata dalle lettere del nome dell'autore DSCH (cioè le note re, mi bemolle, do, si), un motto che il musicista russo usa a mo' di “firma” anche in altre composizioni (un po' come fece Bach - il cui cognome si può leggere come si bemolle, la, do, si naturale - in alcune sue opere); da lì è tutto un susseguirsi di momenti di grande fascino strumentale, con la voce dello strumento solista che “si sposa” benissimo con l'orchestra: il violoncellista si deve districare fra momenti in cui si richiede maestria tecnica ed altri di intenso dialogo con i colleghi e di spiccato lirismo, nei quali è messo alla prova il lato interpretativo della sua esibizione. La composizione è in quattro movimenti in quanto la vasta e difficile Cadenza per violoncello solo (che sfocia nel finale Allegro con moto) prende il carattere di un autentico terzo tempo (…).”.
Enrico Bronzi è ormai sulla breccia da molti anni, sia come solista che col Trio di Parma (prestigiosa formazione cameristica istituita nel 1990), e l'esperienza, la profondità di interpretazione e la padronanza strumentale si sentono eccome. Affronta il difficile Concerto n. 1 di Shostakovich concedendo abbastanza poco ad effetti di facile lega, direi che nel complesso il suo approccio è abbastanza severo, intenso, con la complicità del bellissimo strumento che usa. Il suono è sempre molto ben controllato, il piglio strumentale nei momenti di maggior tecnica richiesta è esemplare, bellissima è l'intonazione, la difficile Cadenza è risolta in maniera molto espressiva: un'interpretazione nel complesso di grande rilievo e del tutto coinvolgente.
Mentre conoscevamo il solista e le sue caratteristiche strumentali, piacevole sorpresa della serata è il direttore Felix Mildenberger che, con la collaborazione dell'Orchestra Leonore in gran forma, ci offre anzitutto un dialogo davvero notevole nell'accompagnare il violoncello di Bronzi, quasi come in un continuo reciproco stimolo, ed infine una bella e limpida lettura della Sinfonia n. 104 “London” di Franz Joseph Haydn. La splendida pagina haydniana appare realizzata con grande pulizia di suono, ed emerge viva, scattante e luminosa, con appena qualche minima esagerazione fonica ma senza che ciò possa inficiare il risultato globale.
In apertura di serata era stata eseguita Dalla soffitta del musicista contemporaneo Federico Biscione, composizione vincitrice del primo premio al concorso “Mozart oggi 2005”. Dietro il titolo un po' misterioso si nasconde la rielaborazione di alcuni frammenti di un celebre concerto mozartiano per pianoforte e orchestra (il K 271 Jeunhomme) che ritornano alla mente del compositore, quasi da un cassetto proustiano della memoria, rielaborati con un linguaggio molto apprezzato dal pubblico, grazie anche alle affettuose cure del direttore e degli orchestrali.
L'Orchestra Leonore, fondata nel 2014, ha formazione variabile e comprende come è noto ottimi musicisti provenienti da alcune delle più importanti realtà musicali italiane ed europee che periodicamente si ritrovano per lavorare sotto questa etichetta; il livello è indubbiamente molto alto, e ci sembra che la mano unificante di Mildenberger abbia fatto davvero un bel lavoro di coesione e di concertazione.
Il pubblico piuttosto scarso del Teatro Manzoni ha decretato un successo molto caloroso a tutti gli artefici della serata, ottenendo anche un bis bachiano da Enrico Bronzi.
La recensione si riferisce al concerto del 22 gennaio 2022.
Fabio Bardelli