soprano | Ana Isabel Lazo |
mezzosoprano | Erica Zulikha Benato |
tenore | Riccardo Benlodi |
basso | Emil Abdullaiev |
direttore d'orchestra | Marco Beretta |
15Orchestra Sinfonica e Coro | |
Prima rappresentazione assoluta |
Sabato 25 giugno presso la stupenda basilica rinascimentale di Santa Maria di Campagna che compie quest’anno i 500 anni dalla posa della prima pietra, si è tenuta la prima rappresentazione assoluta del “Requiem Covid-19” composto da Marco Beretta durante il terribile periodo del primo lockdown e per l’occasione dedicato a tutte le vittime del virus: ai defunti, a chi ha perso i propri cari, a chi ha perso il lavoro e a tutte le persone che in qualche modo hanno subito delle dolorose conseguenze.
Schierati sull’altare e ai piedi d’esso, la 15Orchestra Sinfonica e Coro, compagini composte da professionisti che suonano e cantano presso importanti istituzioni musicali quali ad esempio il Teatro Regio di Parma ed il Teatro Municipale di Piacenza; qualità che si è percepita abbondantemente durante la robusta esecuzione diretta con grande intensità dallo stesso compositore.
La musica di questo Requiem è tonale, coinvolgente, suggestiva e particolarmente evocativa. Musica concepita, come scrive Beretta sul programma di sala, per essere abbinata a proiezioni video o immagini a tema. L’energica orchestrazione fa sì che per tutta l’ora di musica si rimanga letteralmente avvolti dalla musica - complice anche l’ottima acustica della basilica – e rapiti in un viaggio musicale che mentalmente ci riporta ai durissimi momenti del lockdown. L’incipit è dato proprio dal suono registrato delle sirene che con il loro intervallo tra sesta maggiore e minore, come racconta l’autore, erano diventate la drammatica colonna sonora di quei giorni e l’incubo delle sue notti, tanto da portarlo ad esternare le angosce sul pentagramma componendo la musica di questo Requiem.
Una musica che avvolge, eleva l’ascoltatore, commuove e fa riflettere: i credenti aprono il loro cuore al Signore, i dubbiosi si sciolgono e maturano la convinzione che se Dio esiste, l’unico modo per poterlo sfiorare è con la potenza assoluta della Musica. Non vi è mezzo più potente per arrivare a Dio, al supremo, all’incommensurabile, all’inspiegabile della musica vera, potente, immortale come quella composta da chi è in grado di parlare ai cuori con il proprio linguaggio musicale: e Marco Beretta ci è sicuramente riuscito.
All’ascolto vi sono reminiscenze pucciniane, richiami alla musica di Bernstein, qualche sonorità di Orff, forse spunti di Mozart ma anche tanto Morricone. Beretta dice: “la mia musica non ha l’intento di stupire ma nasce dalla mia formazione e da ciò che musicalmente ho vissuto ed ascoltato nella mia vita. È la musica che mi rappresenta ed è quello che ho dentro”. In realtà è musica a cui non manca una propria personalità e la presenza di momenti davvero interessantissimi quali ad esempio l’inizio del Dies Irae su un ostinato creato dai contrabbassi su cui entra il coro, inizialmente cantando le sillabe staccate per poi legare su una variazione agogica di notevole effetto. Ma tantissimi sono i momenti corali di indubbia suggestione.
Davvero in ottima serata l’orchestra ma anche il coro impegnato in una scrittura tutt’altro che semplice con i soprani in gran spolvero.
Ben assortito, nelle loro vocalità ben definite, il quartetto dei solisti formato dal soprano Ana Isabel Lazo, il mezzosoprano Erica Zulikha Benato, il tenore Riccardo Benlodi e il basso Emil Abdullaiev. Tutti e quattro i cantanti si sono ben disimpegnati nelle loro parti.
Il pubblico che gremiva la Basilica ha lungamente applaudito tutti i protagonisti di questa Prima ed ovviamente l’autore della composizione Marco Beretta, al quale auguriamo di cuore possa esserci presto una seconda, una terza e tante altre possibilità di replica per la sua riuscita creazione.
La recensione si riferisce alla Prima rappresentazione assoluta del 25 giugno 2022.
Danilo Boaretto