Turandot | Rebeka Lokar (finale Berio) |
Turandot | Valentina Boi (finale Alfano) |
Calaf | Renzo Zulian (finale Berio) |
Calaf | Paolo Lardizzone (finale Alfano) |
Liù | Elisa Balbo |
Timur | Paolo Pecchioli |
Ping / Un mandarino | Nicolò Ayroldi |
L'Imperatore Altoum / Pong | Francesco Marchetti |
Direttore | Pietro Mazzetti |
Maestro del Coro | Roberto Ardigò |
Coro e Orchestra del Festival Puccini | |
Esecuzione in forma di concerto con costumi della Fondazione Festival Pucciniano |
Nella grande mèsse degli avvenimenti che hanno commemorato, commemorano e commemoreranno il centesimo anniversario della scomparsa di Giacomo Puccini si distingue l’insolita, interessante proposta del comune di Montecatini Terme: una selezione da Turandot con l’esecuzione del cosiddetto “primo finale Alfano” e di quello composto da Luciano Berio.
Nelle note di sala leggiamo che “Si tratta, a memoria, della prima esecuzione mondiale di più finali di Turandot in una stessa serata e darà modo di ascoltare le molte somiglianze delle linee vocali dei due completamenti. Segno, questo, di una certa chiarezza delle pagine di appunti di Puccini sulle melodie da far eseguire a soprano e tenore, sviluppate poi da Alfano e Berio in modo diametralmente opposto negli stili e nelle orchestrazioni.”
La serata, nata da un’idea di Fabrizio Moschini, ha avuto inizio con “Signore ascolta” seguito da tutto il finale del primo atto, dal secondo atto è stata eseguita “In questa reggia” e la scena degli enigmi, dal terzo il “Nessun dorma” fino al compianto sul corpo di Liù. Questo è l’ultimo pezzo completato dal Maestro e qui Toscanini interruppe l’opera alla sua prima esecuzione, il 25 aprile del 1926, codificando così il “finale Puccini” o “finale Toscanini”. Sono quindi seguiti, nell’ordine, il finale di Luciano Berio e quello di Franco Alfano nella prima versione, ancora privo delle sfrondature fatte dopo le feroci critiche di Toscanini.
Come Turandot e Calaf si sono alternati due soprano e due tenori, Rebeka Lokar e Renzo Zulian per il finale Berio, Valentina Boi e Paolo Lardizzone per l’Alfano.
Il Verdi di Montecatini Terme nasce come teatro all’aperto con il nome di Teatro Giardino Le Terme; venne inaugurato nel 1930 con Aida, al cui autore fu in seguito intitolato. Nel 1981 fu ampliato, coperto da una tensostruttura e dotato di tutti i servizi necessari; ospita una propria stagione teatrale, manifestazioni varie ed è stato per lungo tempo sede di importanti programmi televisivi.
È un “teatrone” con una platea digradante di oltre mille e quattrocento posti che la sera di lunedì 9 dicembre si presentava gremita: il concerto era offerto dall’amministrazione comunale e la città ha risposto con entusiasmo.
Sul palco l’Orchestra e il Coro del Festival Puccini, al proscenio i solisti abbigliati con spettacolari costumi provenienti da varie produzioni di Turandot dello stesso Festival: sono bastati questi e alcuni azzeccati movimenti scenici a creare la giusta atmosfera e a portarci dentro la fiaba.
La serata è stata aperta da Elisa Balbo (che indossava un bellissimo Squarciapino grigio e argento): Liù toccante e intensa, dalla bella voce brunita e ricca di armonici, ha subito convinto per linea di canto e interpretazione. Con lei il Calaf di Lardizzone, bel timbro, squillante, sicuro e ardito nell’invocare Turandot, qui interpretata da Valentina Boi: presenza scenica importante e coinvolgente, voce sicura nel cantare la triste storia di Lo-u-Ling.
Entra Rebeka Lokar per gli insidiosi “enigmi” ed è subito evidente la sua lunga frequentazione con il ruolo, sia per l’immedesimazione scenica che per gli accenti dati alla parola cantata; assieme a Rebeka il Calaf di Renzo Zulian, chiamato all’ultimo momento per sostituire Max Jota, che supera qualche difficoltà grazie a una solida esperienza.
Quindi il toccante “finale Puccini”, dal “Nessun dorma” al compianto per la morte di Liù: una lunga scena intensa e dominata dalla sempre più convincente Balbo. Sul palco anche Paolo Pecchioli che ha prestato la bella voce calda e profonda alle poche frasi di Timur, assieme ai validi Nicolò Ayroldi (Ping e Un mandarino) e Francesco Marchetti (L’imperatore Altoum e Pong).
Con l’esecuzione dei due finali, per primo il Berio e quindi l’Alfano, si è entrati nella parte più attesa della serata. Quale sia il migliore, il più pertinente all’economia dell’opera, è cosa dibattuta da sempre; per chi scrive risulta “vincente” il finale che poi finale non è, ovvero il terminare l’opera con lo struggente “funerale” di Liù.
In seguito a un ascolto così ravvicinato si fanno, però, delle riflessioni su ciò che hanno composto i due musicisti chiamati a finire il lavoro di Puccini: forse la musica di Berio appare oggi più congeniale al moderno modo di sentire con quella “conclusione più sospesa e reticente” (parole dello stesso Berio), mentre quella di Alfano continua a mostrare il fianco di una gonfia e popolaresca magniloquenza, pur portando con sé un senso di rassicurante consuetudine.
Eppure dopo il primo finale Alfano, probabilmente proprio in virtù del confronto, mi sono sorti ulteriori dubbi se sia giusto il tenerlo così da parte; certo è più lungo, forse è più prolisso, credo “micidiale” per il soprano, e però mostra delle finezze che non sono presenti in quello comunemente eseguito, sì che meriterebbe una sua propria vita. Come già abbiamo detto Valentina Boi ne è stata solida interprete, preceduta da Rebeka Lokar per il Berio.
L’Orchestra del Festival Puccini è stata diretta da Pietro Mazzetti: giovane, gesto sicuro, attenzione al canto, elegante sul podio. Orchestra e Coro, diretto da Roberto Ardigò, riempivano il palcoscenico con un bel colpo d’occhio dalla platea. Applausi per tutti e un’ovazione spontanea, e meritata, all’apparire di Elisa Balbo.
Insomma, ci voleva una serata fuori dagli schemi e dal giro dei teatri d’opera, nata per volere dell’amministrazione cominale ma sviluppata e portata a termine grazie all’impegno di persone appassionate alla lirica, per ascoltare questo interessante confronto: credo che dovrebbe essere preso come esempio e che non sfigurerebbe nel cartellone di teatri blasonati.
Prima del concerto il sindaco di Montecatini Terme ha fatto un breve e toccante discorso sull’incidente accaduto in mattinata al deposito carburanti di Calenzano, invitandoci a un minuto di raccoglimento.
La recensione si riferisce al concerto del 9 dicembre 2024
Marilisa Lazzari