Che questo “Barbiere” sia stato di qualità non vi è dubbio alcuno. Lo ha decretato il pubblico del Teatro Rendano di Cosenza deliziato, lo scorso 3 dicembre, da una versione fresca e divertente della celeberrima opera che ha pienamente onorato ogni intenzione di Gioachino Rossini e del suo librettista Cesare Sterbini ripagandolo con applausi convinti e ripetuti.
L’Associazione musicale “Orfeo Stillo” (direttore artistico Luigi Stillo e direttore organizzativo Giusy Ferrara) ha così dimostrato che era ben meritato il prezioso sold out messo a segno dopo aver riacceso i riflettori di un palcoscenico troppo a lungo rimasto vuoto e buio non solo a causa della pandemia.
Evento di spicco della programmazione di “Torniamo all'Opera”, la stagione lirico-sinfonica e concertistica promossa dall'Associazione e dal Teatro Rendano, “Il Barbiere di Siviglia” appena andato in scena è il risultato di un’operazione particolarmente impegnativa e molto attesa che ha riportato, dopo diverso tempo, la produzione operistica al Teatro Rendano.
Sul podio una bacchetta d'eccezione, Daniele Agiman, direttore di respiro internazionale e direttore artistico e principale dell’Orchestra Sinfonica Rossini di Pesaro che ha preso per mano la giovane - ma già di altissimo livello, come da lui dichiarato - Orchestra del Mediterraneo “San Francesco di Paola”. Agiman è peraltro una vecchia conoscenza del “Rendano” di Cosenza per avervi diretto Tosca nel 2008 e, nel 2009, Pagliacci.
La frizzante regia è stata del giovane Daniele Piscopo, figura poliedrica della scena artistica italiana che proviene da una lunga esperienza di baritono, il quale, mettendo a frutto anche i suoi studi e le sue ricerche nel campo dell'arte, soprattutto contemporanea, si è dedicato con successo ed unanimi apprezzamenti alla regia lirica. Pur essendo molto legato alla tradizione e dichiarandosi pienamente rispettoso della partitura, scritta nel 1816, il regista (autore anche del progetto scenico) ha messo in scena “Il Barbiere di Siviglia” con un pensiero rivolto soprattutto ai giovani.
“Per favorire l'approccio di chi si accosta alla visione di un'opera per la prima volta – ha spiegato Piscopo – ho utilizzato elementi scenici assolutamente teatrali, con pedane molto schematiche e molto in voga nel teatro classico, dove ho però adagiato degli elementi del tutto tradizionali con un richiamo al colore blu, che per me è il colore per eccellenza degli elementi scenografici ed anche cromatici, evocanti la concezione dell'azulejos di Siviglia. Della migliore tradizione anche i bellissimi costumi. Da regista che è anche cantante, mi è stato più facile porre gli artisti nelle condizioni di potersi esibire nel modo migliore. Non a caso, conoscendo bene arie impegnative come quelle di Bartolo (tra le più difficili del repertorio buffo), ho potuto costruire sul bravissimo interprete Matteo D'Apolito una scena che è stata di altissimo gradimento per il pubblico”.
Altro punto di forza di questo allestimento è il cast vocale, costituito quasi interamente da giovani in carriera che hanno già debuttato in molti importanti teatri italiani ed europei e che hanno interpretato magistralmente sul palcoscenico del Rendano i loro ruoli: Anna Doris Capitelli è stata Rosina (mezzosoprano), Gianni Giuga (Figaro-baritono) Enrico Iviglia (il Conte D’Almaviva-tenore), Matteo D’Apolito (Don Bartolo-baritono), Luca Gallo (Don Basilio-basso), Giorgia Teodoro (Berta-soprano) e Antonio Fratto (Fiorello-baritono), ma anche Daniele Fabio nel ruolo di suonatore di chitarra e Antonio Chiriaco in Ambrogio (comparsa/attore).
“Tutti giovani meravigliosi – dice di loro Daniele Piscopo - trentenni in carriera, lanciatissimi, che hanno dato prova di un'energia giustificata anche dal periodo buio attraversato a causa della pandemia e delle chiusure dei teatri. Ritornare sul palcoscenico ha qualcosa di veramente liberatorio e il pubblico ha percepito questa voglia di rinascita”.
Una menzione particolare va rivolta all’impeccabile performance dell’Orchestra, precisa, ben amalgamata, con dinamiche, timbriche e colori tipicamente rossiniani, grazie anche alla perfetta concertazione, impostasi ormai sul panorama regionale oltreché per il livello delle sue esecuzioni per la varietà del repertorio.
Ottimo come sempre lo storico Coro Lirico “Cilea” diretto da Bruno Tirotta.
La “prima” del 3 dicembre è stata preceduta il giorno precedente dalla matinée riservata alle scuole, anche questa sold out, che ha ottenuto grande successo tra studenti provenienti da tutta la regione, in particolare Licei Musicali e Scuole medie ad indirizzo musicale. Nell’occasione il giovane direttore Alfredo Salvatore Stillo ha diretto l’Orchestra del Mediterraneo - di cui è stato fondatore ed ora ne è direttore artistico e principale - ricevendo unanimi consensi per la sua sicurezza, chiarezza di idee e perfetta padronanza dei due livelli palcoscenico e orchestra.
“Rivedere il Teatro pieno, illuminato a giorno, con il pubblico delle grandi occasioni - Sindaco, Prefetto, Direttore del Conservatorio, personalità del mondo della cultura e dell'imprenditoria - ma anche con tanti giovani ci ha ripagato delle notevoli fatiche sostenute“ ha rilevato Luigi Stillo, che il pubblico cosentino ben ricorda quale testimone e protagonista degli eventi operistici diretti negli anni ’90, nel periodo di maggior fulgore del Rendano. La programmazione della Stagione “Torniamo all'Opera” continua con altre pregevoli produzioni fino alla fine dell'anno, meritano di essere menzionati il Concerto di Natale “Christmas with Gjeilo”, autore contemporaneo norvegese, con gli archi dell’Orchestra del Mediterraneo San Francesco di Paola, il Coro Aura Artis e il Coro Giovanile Calabrese, diretti dai Maestri Saverio Tinto e Gianfranco Cambareri, al pianoforte Luigi Stillo; il Concerto di fine anno con l’Orchestra del Mediterraneo al gran completo per un concerto lirico-sinfonico scoppiettante con la presenza del soprano Francesca De Blasi, del tenore Andrea Tanzillo e del noto baritono Vincenzo Nizzardo, entrambe dirette da Alfredo Salvatore Stillo.
Questa variegata Stagione, con 15 pregevoli produzioni, ci auguriamo segnerà un nuovo inizio per il Teatro Rendano di Cosenza, a cui il mondo musicale italiano guarda con attenzione, essendo l’unico Teatro storico sino ad oggi e da troppi anni fermo.