Approfondiamo la conoscenza di Anna Pirozzi, soprano italiano dell'ultima generazione e certamente fra le più interessanti rivelazioni degli utlimi due anni. Sono note le performances che l'hanno vista protagonista nei ruoli di Amelia (Un ballo in maschera) al Regio di Torino e al Regio di Parma, Lady Macbeth a San Paolo del Brasile, Leonora (Il Trovatore) a Bologna, Abigaille al Festival di Salisburgo (diretta da Muti) e in altri importanti teatri. E domani (12 dicembre) Anna Pirozzi aggiungerà un nuovo ruolo a quelli sino ad oggi debuttati: Elvira nell'Ernani in scena all'Opera di Roma e diretto da Riccardo Muti.
Quando hai scoperto di avere una voce?
Durante l’adolescenza ho iniziato a cantare in casa musica pop con mia sorella; in seguito sono passata al Karaoke. Notai che in queste circostanze ottenevo un discreto successo e allora decisi di partecipare ad alcuni concorsi vincendone parecchi. Una persona a me molto vicina mi suggerì di andare a studiare seriamente canto in conservatorio. Ma a causa di una cera “ignoranza” avevo un rifiuto per il canto lirico. Poi mi convinsi, per amore della musica in generale ed ebbi una specie di “colpo di fulmine” per l'opera!
Come si è sviluppato il tuo percorso di studi?
Cominciai i miei studi all'Istituto musicale pareggiato di Aosta poi iniziai a girare l'Europa alla ricerca dell'insegnante della vita ma senza successo. Feci molte masterclass, molti concorsi e audizioni ma senza particolare successo. Ricordo che mi dicevano tutti che avevo una qualità di voce come non si sentiva da tempo ma mancava qualcosa, e quel qualcosa era una tecnica solida! Il mio amico e collega Federico Longhi riconobbe le potenzialità della mia voce fin dagli inizi e subito mi disse che avevo "stoffa": fu lui a darmi una prima opportunità di lavoro proprio in Valle D'Aosta, dove cantai Flora nella Traviata. Poi ci perdemmo di vista e lo ritrovai tanti anni dopo. Nel frattempo per perfezionarmi mi iscrissi al Conservatorio di Torino al quale devo molto: mi portarono in Cina per un concerto e per me fu la prima volta in Oriente. Insomma mi accorsi che dopo tutti i miei affanni per cercare un Maestro ce l'avevo vicino casa ed era proprio Federico Longhi. Iniziammo così un percorso di studio ferreo e arrivarono i primi successi, sino ad oggi. Credo in ogni caso non si debba mai smettere di studiare e migliorarsi, e quando ne ho la possibilità mi tengo in contatto con alcuni grandi artisti del passato per un consiglio.
Hai fatto parecchia gavetta; quanto pensi ti sia servita?
Credo che fare gavetta sia importante per tutti. Per me è stata significativa. Ne ho fatta tanta a partire dai cori popolari femminili, polifonici e cori d'opera, per poi fare piccole parti di comprimariato e parti da protagonista nei teatri di provincia. Questo periodo di gavetta mi è servito per debuttare alcuni ruoli da protagonista come: Contessa nelle Nozze di Figaro, Tosca, Abigaille e Desdemona, Leonora ne Il Trovatore così come ruoli di opere e composizioni contemporanee. Inoltre mi ha aiutato a "mettermi alla prova" vocalmente e scenicamente per poi arrivare nei grandi teatri con un approccio più sicuro, anche se l'emozione è ben maggiore rispetto a quella che si prova nei teatri piccoli.
Ci descrivi la tua vocalità?
Non mi colloco in un registro ben preciso ma sicuramente sono un soprano lirico spinto tendente al drammatico di agilità, come mi definiscono alcuni "addetti ai lavori". Di certo canto un repertorio che sta comodo alle mie corde vocali.
Come mai in questi ultimi mesi parecchi teatri importanti si stanno finalmente accorgendo di Anna Pirozzi?
Il mio debutto è avvenuto a giugno dell'anno scorso al Teatro Regio di Torino, e da allora non mi sono più fermata. Aver debuttato con un discreto successo ha innescato un passaparola fra i teatri. Certamente l'occasione di esibirmi a Salisburgo con il Maestro Muti mi ha aperto molte porte, soprattutto per come ci sono arrivata.
Quali sono le difficoltà maggiori che una giovane artista come te ha dovuto superare per riuscire a farsi largo nell'ambiente teatrale operistico italiano?
La difficoltà maggiore è stata trovare qualcuno d'importante che mi ascoltasse, trovare una agenzia che credesse in me e poi comunque dimostrare di essere ad alti livelli per un certo repertorio.
Hai un consiglio da dare ai giovani che stanno studiando con l'obiettivo di diventare cantanti lirici?
Ai giovani che stanno iniziando oggi questo difficile percorso consiglio ovviamente di studiare tanto in Italia ma anche all'estero. In Italia ci sono validi insegnanti, ma poi occorre provare ad emergere all’estero. Sono pessimista per il futuro dei teatri italiani. Inoltre occorre approcciarsi con umiltà e non credersi subito arrivati dopo 5 anni di Conservatorio. Forza!
Nei prossimi giorni debutterai il ruolo di Elvira nell'Ernani, in un teatro importante come l'Opera di Roma, accanto a colleghi prestigiosi e diretta da un grandissimo direttore qual è Riccardo Muti. Ci racconti quali sono le sensazioni che stai vivendo in questi giorni di prove?
Devo dire che Ernani è un'opera meravigliosa e anche molto, molto difficile per tutti i ruoli, per Elvira in particolar modo; Abigaille a confronto è quasi una passeggiata. Questa è la mia prima volta al Teatro dell'Opera di Roma e mi dispiace esserci arrivata in un momento di difficoltà del teatro. Le prove sono state lunghe e faticose, dalla mattina alla sera, per fortuna con colleghi che già conoscevo e coi quali avevo già avuto modo di cantare in alcune produzioni. Ho avuto l’occasione anche di stare più a contatto con il Maestro Muti e con il grande regista Hugo De Ana. Tutto è andato bene e siamo pronti. Sono felice e molto emozionata di debuttare questo difficile ruolo.
Secondo te che tipo di donna è Elvira e quali sono, per la tua vocalità, le principali difficoltà di questo ruolo?
Elvira è una donna con una grande personalità, forte, coraggiosa, passionale ma anche romantica e dolce. Pur di difendere il suo amore è pronta ad uccidere e a togliersi la vita. È contesa da tre uomini ma lei ne ama uno solo, Ernani! Le difficoltà maggiori per questo ruolo per quanto mi riguarda sono i numerosi concertati, tutti da cantare in prima linea e tutti “lassù”. Arrivare alla fine dell'opera freschi e illesi è compito arduo!
Possiamo dire che l'aver cantato Abigaille a Salisburgo, seguita da altri importanti impegni, culminanti col prossimo debutto all'Opera di Roma, equivale un po' al realizzarsi di un sogno? Ci riveleresti il tuo sogno più grande di quando eri una giovane studentessa di canto?
Tra i miei numerosi sogni quando studiavo, uno era di cantare alla Scala e al San Carlo di Napoli, dove sono “nata” proprio con il Maestro Muti. Altri sogni riguardavano il cantare determinati ruoli, alcuni dei quali ho anche già avuto la fortuna di poter debuttare.
Cosa ne pensi dell'aspetto scenico di un ruolo che devi interpretare? È uno scotto da pagare oppure recitare ti piace e ti appassiona?
Certamente interpretare un ruolo registicamente è il completamento di un cantante lirico e credo che aiuti molto all'interpretazione. Io amo molto anche recitare perché credo permetta di dare qualcosa in più oltre alla voce.
Come pensi di scegliere i prossimi ruoli che inserirai in repertorio?
I ruoli nuovi che mi vengono offerti li esamino subito con lo spartito, poi discograficamente sugli interpreti del passato e di oggi e solo infine li provo con la mia voce, indi decido.
C'è un ruolo che vorresti debuttare e che non ti è ancora stato offerto?
Tra i ruoli che sogno di fare al più presto vi sono Leonora della Forza del destino, Desdemona, Alice, Amelia nel Simon Boccanegra e Luisa Miller. Di Puccini mi piacerebbe cantare Tosca (già debuttata in teatri minori) Manon Lescaut, Suor Angelica e Turandot. Poi tra il repertorio verista mi piacerebbe debuttare Gioconda, Adriana Lecouvreur e la Wally. Inoltre mi piacerebbe provarmi nelle regine di Donizetti.
Un ruolo che invece è un sogno impossibile, che sicuramente non canterai mai (perché magari appartiene ad un altro registro vocale) ma che ti sarebbe piaciuto affrontare?
Credo Mimì e Violetta.
C'è un ruolo femminile fra quelli che fanno parte del tuo repertorio, che ti si avvicina caratterialmente?
Sento una certa similitudine con Amelia del Ballo in maschera, Elvira e Tosca.
Dopo Ernani quali saranno i tuoi impegni?
Dopo Ernani ho tre debutti nel 2014: Maddalena nell'Andrea Chenier a Kiel, Norma a Pechino e Fleana nell'opera Gli Zingari di Ruggero Leoncavallo a Montpellier, poi Nabucco a Firenze, Pechino e Stoccarda, infine Elisabetta a Sydney. Ad ogni modo ho attivato da poco il mio nuovo sito www.annapirozzi.com sul quale, chi è interessato, può rimanere sempre aggiornato in merito ai miei futuri impegni professionali.
L'aspetto della tua professione che ti piace di più e quello che ti piace meno?
L'aspetto che mi piace di più di questo lavoro è vivere la costruzione di un'opera attraverso le prove di regia, musicali, prove costumi, insomma vivere e respirare in teatro. Quello che invece mi piace meno è la preparazione prima dell'opera, il tempo per il trucco e parrucco che è sempre molto lungo: mi piacerebbe arrivare in camerino, scaldare la voce, concentrarmi e via in palcoscenico. Ma il bello dell'opera è anche quello!
Ci racconti qualcosa del privato di Anna? Per esempio, abbiamo letto che sei napoletana ma hai studiato ad Aosta: due città agli antipodi sotto tutto gli aspetti. Ti ritieni napoletana o aostana?
Del mio privato posso dire che sono nata e cresciuta a Napoli fino a 13 anni e in famiglia siamo tutti napoletani. I miei genitori emigrarono in Valle D'Aosta per lavoro. Mia madre Raffaella prima di sposarsi cantava musica leggera, poi si dedicò alla famiglia. Mio padre Francesco invece suonava la batteria in un gruppo rock ma poi entrambi presero altre strade lavorative. Mio fratello più piccolo, Michele, suona la batteria in un gruppo rock/cover anni 80, e mia sorella Teresa lavora nel sociale. Ad Aosta viviamo tutti dal 1989 e all'inizio è stata dura adattarsi a causa del clima, della mentalità e della collocazione geografica, ma la città si è dimostrata sicuramente vivibile sotto tutti i punti di vista. Purtroppo non c'è quasi nulla a livello musicale e logisticamente è molto scomoda. Più che altro è adatta al turismo e alla vita familiare.
Sei sposata? Hai dei figli?
Conobbi mio marito Leonard durante il periodo di studi musicali ad Aosta; lui è violinista e durante il saggio di musica di fine anno ci fidanzammo. Nel 2006 ci sposammo ed ora lui è il mio primo sostenitore! Nel 2011 nacque Leonora, e da allora la mia vita è cambiata in meglio: è la mia opera più bella!
Oltre all'opera lirica hai qualche passione o coltivi qualche hobby?
Non ho hobby perché non ho il tempo per coltivarne, ma ho sempre fatto sport di squadra: l'ultimo è stato il rugby che adesso seguo solo da spettatrice.
In bocca al lupo per i tuoi prossimi impegni
Crepi! Un saluto a tutti i lettori di OperaClick
Danilo Boaretto