Anche quest’anno, come ormai avviene ininterrottamente dal 2015, torna per la sua settima edizione il Concorso Lirico Internazionale di Portofino. Una manifestazione che il suo direttore Francesco Daniel Donati, può vantare di aver mantenuto viva anche nel 2020, anno in cui la pandemia ha costretto quasi tutti i concorsi ad uno stop forzato.
Un concorso quello di Portofino che, nel giro di pochi anni, si è guadagnato meritatamente stima e celebrità. Tuttavia, pochi sanno che il progetto di questa competizione vocale nasce a Crema, città natale di Giovanni Bottesini, dall’Associazione che porta il nome dello storico contrabbassista, direttore d’orchestra e compositore cremasco di cui quest’anno – esattamente il 22 dicembre – ricorre il bicentenario della nascita.
Una ricorrenza che non passerà inosservata. A tal proposito abbiamo incontrato il direttore artistico dell’Associazione Bottesini e del Concorso Lirico Internazionale di Portofino, Francesco Daniel Donati per approfondire questi argomenti.
Gentilissimo Francesco, innanzi tutto complimenti per come sei riuscito a far crescere nell’arco di soli sei anni, il Concorso Lirico di cui sei direttore facendolo diventare un riferimento importante nel panorama internazionale delle competizioni liriche. Ma quest’anno, come abbiamo lasciato intendere, sarà un’edizione un po’ particolare, nel nome di Bottesini.
Ci anticiperesti come l’Associazione ed il Concorso prevedono di onorare la memoria del Grande cremasco?
L'obiettivo di quest'anno è quello di offrire al pubblico una visione globale di Bottesini, sia come uomo che come artista. Pubblicheremo il più completo libro mai realizzato sulla sua vita, andando a scoprire nel dettaglio i quasi 50 anni della sua straordinaria e frenetica carriera ma anche i suoi aspetti più intimi e fragili. Vogliamo onorare il Bottesini virtuoso del contrabbasso, compositore e direttore d'orchestra. In particolare andremo a toccare tutti gli aspetti della sua produzione musicale, dalle composizioni per contrabbasso all'opera lirica, dalla musica da camera alla musica sacra.
Secondo te quali sono i tratti salienti della biografia di Bottesini che varrebbe la pena far conoscere alla gente comune ed ovviamente a tutti gli appassionati di classica e opera lirica?
Ciò che caratterizza la vita di Bottesini è la sua versatilità, la durata della sua carriera e il viaggio. Bottesini era cremasco ma la sua casa risiedeva nel suo contrabbasso, nella sua penna e nella sua bacchetta d'orchestra. Dal 1847 in poi, quando si imbarcò per Cuba, fino alla sua morte nel 1889 non si fermò mai più di 6 mesi nello stesso luogo. Venne accolto trionfalmente in ogni angolo del mondo: Cuba, Stati Uniti d'America, Messico, Sud America, Europa, Russia e Egitto. Fin da giovane è stato universalmente riconosciuto come il più grande virtuoso del contrabbasso. Questo talento fu utile per aprirgli nuove porte come quella della direzione d'orchestra e della composizione, fino al grande successo della direzione della prima di "Aida" nel 1871 e della sua opera "Ero e Leandro" nel 1879 che rappresentano due momenti salienti della sua carriera.
Il minimo comune denominatore però fu sempre il contrabbasso: tutti volevano ascoltarlo e spesso gli chiedevano di suonare tra un atto e l'altro di un'opera o nelle pause di un concerto. Bottesini cambiò per sempre il destino di questo strumento che grazie a lui iniziò ad essere visto anche come uno strumento solista.
Qual è la considerazione dell’amministrazione comunale di Crema e della cittadinanza nei confronti della figura di Bottesini?
Quando nel 1989 nacque il Concorso Bottesini, su iniziativa del Maestro Franco Petracchi e con il sostegno dell'amministrazione e di Bruno Manenti, il nome di Bottesini tornò sull'agenda cremasca. Il concorso si svolse però in maniera sempre più discontinua fino al 2003 e fu in pochi anni quasi dimenticato. Nel 2017 abbiamo, insieme a Enrico Fagone, sentito la necessità di far ripartire questo progetto bellissimo ed è stato entusiasmante vedere la risposta dei mondo del contrabbasso: 60 giovani concorrenti da 24 paesi diversi si sono ritrovati a Crema e la finale ha battuto ogni record italiano in termini di partecipazione e visualizzazioni online (30 mila nel 2017 e 60 mila nel 2019). Questi risultati si sono ottenuti grazie a un'ottima sinergia con la Sindaca Stefania Bonaldi, l'amministrazione e la Fondazione San Domenico che condividono con noi l'importanza per la città di questa operazione culturale.
È pensabile, magari lavorando nel tempo con la dovuta pazienza, far crescere l'entusiasmo e l'orgoglio dei cittadini di Crema verso Bottesini? Un po’ come è riuscito a fare Francesco Micheli a Bergamo per Gaetano Donizetti, nei confronti del quale si è risvegliato una sorta di orgoglio cittadino che negli anni si era assopito.
Assolutamente sì! Questa presa di consapevolezza da parte dei cremaschi è da sempre una mia missione sul territorio. Bottesini è una figura appassionante e sto cercando di trasmettere questa passione anche agli altri. Finché l'orgoglio per Bottesini non sarà radicato nella comunità cremasca, le iniziative rischiano di essere discontinue. Giovanni Bottesini ha un potenziale straordinario: è un artista completo, ha viaggiato come nessun altro ed è da solo nell'olimpo del contrabbasso, scatenando manifestazioni di affetto e fanatismo in tutto il mondo.
Nel 2009 la vostra Associazione aveva portato in scena "Ero e Leandro" una delle opere di maggior successo di Bottesini. Avete pensato ad una ripresa?
"Ero e Leandro" è stato per me un battesimo del fuoco, sia nel mio rapporto con Bottesini che in qualità di organizzatore di iniziative musicali. L'anno prima, a maggio 2008, avevo organizzato la manifestazione culturale dei Cortili Aperti a Crema che si concluse con un concerto. I musicisti che avevo coinvolto per l'occasione proposero di eseguire alcune arie da camera di Bottesini, ne fui entusiasta. Il pianista Luca Gorla mi disse un po' sospirando "sarebbe bello riprendere Ero e Leandro". Per me fu una vera e propria scommessa e a settembre 2009 "Ero e Leandro" ritornò sulle scene dopo una lunga assenza. Protagonista fu il basso Roberto Scandiuzzi, una persona eccezionale che mi trasmise la voglia di andare avanti in questo percorso. Determinante fu l'incontro con il Maestro Aldo Salvagno che con la sua travolgente passione e dedizione trovò il manoscritto della partitura e in pochi mesi concluse la trascrizione e lo rese eseguibile. Che avventura, per me fu una scuola d'urto eccezionale. Quest'anno, in occasione del duecentesimo compleanno di Bottesini il 22 dicembre, eseguiremo alcune arie e duetti di "Ero e Leandro", insieme a brani tratti da altre sue opere, per offrire una visione più allargata della sua produzione lirica.
Ci hai accennato al prestigioso coinvolgimento di Sesto Quatrini e dell’Orchestra del Carlo Felice di Genova con la prossima edizione del concorso. In cosa consisterà la collaborazione?
Bottesini quest'anno sarà presente anche in occasione di CLIP - Concorso Lirico Internazionale di Portofino, in quanto con l'Orchestra del Carlo Felice eseguiremo l'ouverture dell'opera "Alì Babà".
Il rapporto con il teatro genovese è nato l'anno scorso quando Claudio Orazi ha fatto parte della giuria. Con mio grande piacere Orazi ha trovato il concorso strategico per il territorio ed abbiamo condiviso il desiderio di iniziare una collaborazione con l'idea di portarla avanti negli anni. Per noi è un grande onore. Il Carlo Felice coprodurrà il concerto conclusivo nella piazzetta di Portofino, ospiterà le prove con i cantanti il giorno prima e sarà la sede del concerto in caso di pioggia. Anche il Maestro Sesto Quatrini ha risposto con entusiasmo e grande generosità al nostro invito. La sua partecipazione è anche un modo di ricordare un caro amico comune che è scomparso a marzo dell'anno scorso per il covid e che aveva una vera passione per i giovani talenti, sto parlando di Luca Targetti.
Anche quest’anno la giuria del concorso sarà composta da importanti professionisti del mondo teatrale in grado di dare ai ragazzi un’immediata possibilità lavorativa. Probabilmente è questa la principale ragione del successo di CLIP?
Direi proprio di si. Creare un ponte diretto tra il concorso e il mondo del lavoro è stato il mio principale obiettivo fin dall'inizio, insieme a quello della trasparenza. Invitare solo direttori di teatri o casting director ci permette di cogliere entrambi gli obiettivi con un colpo solo. Sempre più talenti che passano da CLIP hanno contratti con il Teatro alla Scala, la Monnaie, La Fenice e tanti altri teatri di primo livello.
Con Dominique Meyer, fin dalla prima edizione, ci siamo subito trovati d'accordo sulla linea da dare al concorso. Per me stare al fianco di persone con tanta esperienza è un'occasione di crescita impagabile. Mi sento molto fortunato.
Tra i giudici che hanno fatto la storia del concorso c'è anche Eva Kleinitz, Direttrice di Strasburgo, che è tristemente scomparsa nel 2019. A partire da quest'anno la ricorderemo con un premio a lei dedicato e che è reso possibile grazie alla sua generosità.
Allora che ne dici se ci salutassimo dandoci un doppio appuntamento? Uno per la finale del Concorso il prossimo 25 luglio a Portofino ed un altro a Crema il 22 dicembre per festeggiare i 200 anni di Giovanni Bottesini.
Mi sembra un'ottima idea! Con le dovute attenzioni per la situazione sanitaria in corso, invitiamo tutti i lettori di OperaClick a partecipare. Per chi non potrà essere presente dal vivo a Portofino, come consuetudine la finale e il concerto con l'orchestra saranno godibili anche in diretta streaming da casa.
Danilo Boaretto