Tre giorni fa, in una casa di riposo di Ravenna, si è spento Benito Vassura anch’esso vittima del maledettissimo covid-19.
Un nome ignoto ai più quello di Vassura, anche a chi oggi frequenta il mondo dell’opera. Eppure, dagli anni ’50 per oltre un ventennio, questo interessantissimo personaggio era tenuto, meritatamente, in grande considerazione nell’ambiente della lirica internazionale.
Subito dopo aver ottenuto il diploma di ragioneria – conseguito soprattutto per volere paterno – Vassura si sposta dalla natìa Ravenna a Milano con l’intenzione di trovarsi un lavoro che potesse dargli la possibilità di alimentare la sua grande passione per l’opera lirica. L’occasione gli fu offerta nel 1956, ancora giovanissimo, dalla celebre casa discografica “La voce del padrone”, in seguito assorbita dalla EMI. Nel giro di pochissimo Vassura, inizialmente assunto in negozio come addetto alle vendite, divenne responsabile commerciale per l’Italia e in breve tempo chiamato a partecipare alle registrazioni che all’epoca venivano effettuate alla Scala. Per il fondamentale contributo che dava alla buona resa musicale delle registrazioni, iniziò ad essere consultato da tutti i più grandi artisti dell’opoca divenendo amico in particolar modo di Maria Callas, Ettore Bastianini (da lui considerato amico fraterno), Giuseppe Di Stefano e tanti altri. Di lì a poco la sua presenza divenne fondamentale in tutte le registrazioni che fecero storia: La Bohème e Il Trovatore diretti da Karajan sono solamente un piccolissimo esempio. La sua fama varcò i confini nazionali e la sua carriera proseguì prima a New York e poi a Beverly Hills. Oltre all’opera lirica produsse tantissima altra musica: dalle colonne sonore dei film alle canzoni di Frank Sinatra.
Divenne Direttore del settore Musica Classica della RCA e come tale si occupò personalmente di organizzare e realizzare molte registrazioni che rimarrano per sempre nella storia, fra le quali vale certamente la pena ricordare almeno il Simon Boccanegra (Cappuccilli, Ricciarelli, Domingo, Raimondi, Dir.Gavazzeni) e Suor Angelica (Ricciarelli, Cossotto, Dir.Bartoletti).
Impressionante fu sempre il suo fiuto nell’individuare il talento presente nei giovani artisti. Grande prova ne fu il primo disco che volle fortemente far incidere a Katia Ricciarelli nel 1971, subito dopo la vittoria del Concorso Internazionale Voci Verdiane della Rai.
Ed è proprio questa una delle ragioni per cui abbiamo contattato il celebre soprano veneto, chiedendole un ricordo di Benito Vassura.
Katia Ricciarelli: Benito Vassura mi contattò pochi giorni dopo la mia vittoria al Concorso Internazionale Voci Verdiane della Rai. Mi fece grandi complimenti per come avevo cantato e con grande entusiasmo mi propose l’incisione per RCA di un disco di arie verdiane da cantarsi con orchestra e un grande direttore. Per me, giovanissima, fu come toccare il cielo con un dito. Ero ovviamente felicissima. Riguardo quel disco non dirò mai, nemmeno in punto di morte, il nome del celebre direttore a cui venne proposta la direzione e che rispose: “no, mi spiace, ma io non incido un disco con una debuttante”. In compenso, oltre a Benito Vassura, sarò sempre grata al grande M° Gavazzeni che fu felice di dirigere e partecipare alla produzione di quel disco che per me ha significato tanto.
Danilo Boaretto: Beh, in quell’occasione Vassura dimostrò di possedere gran fiuto puntando su una giovane di talento ma poco più che esordiente.
Katia Ricciarelli: assolutamente si, era uno che ci capiva! Oggi non credo esista un altro come lui, con il suo fiuto e soprattutto con coraggio di scommettere su una giovanissima promessa qual ero io nel 1971. Per me l’incisione di quel disco fu molto importante e mi aiutò parecchio all’inizio della mia carriera. Fu indubbiamente un ottimo biglietto da visita. In seguito, va dato merito a Benito anche la produzione nel 1973 di quel Simon Boccanegra con un cast stupendo che vedeva Cappuccilli nel ruolo del titolo, oltre a me e a Domingo diretti sempre da Gavazzeni e quella Suor Angelica, sempre nel 1973, con me e la Cossotto direttore Bartoletti, per la quale Rodolfo Celletti mi ha sempre fatto tantissimi complimenti.
Danilo Boaretto: possiamo dire che soprattutto per i suoi primi anni di carriera fu molto importante l’aver potuto contare sulla stima di Benito Vassura?
Katia Ricciarelli: nessuno potrà mai dire, nemmeno io, quale sarebbe stato il mio percorso di carriera senza l’incontro con Benito. Ma certamente fu per me molto importante, lo ricordo con affetto e gliene sarò sempre grata.
Danilo Boaretto: ma che persona era Vassura?
Katia Ricciarelli: era una persona sorridente, con la battuta pronta e con un accento romagnolo che gli conferiva particolare simpatia ma anche un professionista serio e ineccepibile. Lo ricordo quasi sempre con la sua amata sorella. Gli ho voluto bene… riposi in pace.
Danilo Boaretto
Benito Vassura nella bella intervista effettuatagli da Andrea Merli per I Teatri dell'est nel 2016
Danilo Boaretto