Il Circolo Carrarese Amici della Lirica “A. Mercuriali” e l’Associazione Culturale StormArt sono stati gli organizzatori della prima edizione del Concorso Lirico Internazionale Marmo all'Opera!; questo era aperto ai cantanti lirici e agli studenti di canto lirico di tutti i registri vocali, di ogni nazionalità, d’ambo i sessi; quarant’anni il limite di età.
Il Circolo Mercuriali è una bella realtà a Carrara, nota sì per il suo “oro bianco” e per la bellezza delle Alpi Apuane che la incoronano ma anche per la lunga e ardente passione verso il melodramma, e tante sono state le serate trascorse in questo circolo: eventi e concerti indimenticabili con i nomi più importanti della lirica.
Nel 2019 c’era stata la fortunata produzione di Gianni Schicchi, andato in scena all’Accademia di Belle Arti, e un concorso è sembrato essere il logico, successivo passo per riportare a Carrara quel fermento che l’animava negli anni Trenta e Quaranta del Novecento, quando importanti concorsi, presieduti da nomi come Riccardo Stracciari e Aureliano Pertile, servirono da trampolino di lancio per artisti come Aldo Protti.
La prima edizione del Concorso Marmo all’Opera! ha visto un’ottantina di iscritti, da tutte le parti del mondo. Dalle due giornate di selezioni i sedici giurati, tutti nomi significativi nel mondo della lirica e presieduti da Giovanna Casolla, hanno portato alla finale diciassette cantanti tra i venticinque e i quarant’anni. E siccome i numeri parlano: nove gli uomini, otto le donne; tre baritoni, quattro tenori, un basso, un basso-baritono; sette soprani, un mezzo soprano (che sarà la vincitrice). Sei cantanti dalla Corea del sud, quattro dall’Italia e poi uno dal Perù, Cile, Giappone, Guatemala, Russia, Spagna e Germania.
Carrara ha (avrebbe?) un bellissimo teatro, Gli Animosi. Un teatro “bello sul serio”, in marmo bianco, signorile, distinto, ospitale e anche con un ché di severo e popolaresco, come lo è Carrara: perché ogni teatro rispecchia la città che lo accoglie.
Abbiamo detto “avrebbe” perché Gli Animosi è inagibile da anni, a periodi alterni; ma sempre le chiusure superano le aperture, a volte viene dichiarato a norma e riapre, poi vengono riscontrate nuove cose inadeguate e viene richiuso. A voler pensare male c’è da notare che l’andazzo apri-chiudi parrebbe sempre legato alle varie vicende politiche della città…
Comunque il teatro non era fruibile e le eliminazioni sono state fatte all’Accademia di Belle Arti, sempre pronta a offrire spazi bellissimi ma che oggi risultano piccoli per il distanziamento anti Covid, e per la finale Graziani marmi (uno dei numerosissimi sponsor che assieme alle istituzioni sono stati tanto presenti) ha messo a disposizione il suo showroom, quasi un suggello che lega maggiormente il melodramma al territorio, quindi al marmo.
Arrivando allo showroom l’impatto è notevole, tante candele accese e piccoli alberi di arancio guidano il pubblico - davvero elegante – all’ingresso; lo spazio dedicato al concerto è molto grande, illuminato sobriamente, raffinato.
Il concerto è introdotto da Carlo Menconi, presidente del Circolo Mercuriali, e come sempre distinto e garbato ospite, che spiega brevemente le modalità del concorso, presenta la giuria (con tanto di applauso senza fine per la presidente Giovanna Casolla) e passa il testimone alla presentatrice Elisa Morucci per poi sedersi anche lui tra i giurati.
La lunga serata musicale è stata impeccabilmente accompagnata al pianoforte da Pietro Mariani e Cesare Goretta; tra i premi da assegnare c’è anche quello “del pubblico”: cosa lodevole che spinge i presenti ad una maggiore attenzione.
Verdi risulta essere il vincitore per numero dei brani eseguiti, con sei pezzi, seguito da Rossini e Donizetti (tre ciascuno), due di Giordano e poi Mozart, Bellini, Gounod; stupisce la mancanza di un Puccini.
Alto il livello dei partecipanti, sì che anche per noi del pubblico, attenti a stillare la nostra personale classifica, non è stato facile decidere chi potesse essere il migliore.
Il primo premio è stato spartito ex aequo tra Francesca di Sauro e Shoko Okada. Francesca Di Sauro, mezzosoprano di 26 anni, è molto graziosa, sorridente, fresca e spigliata e ha cantato “Nacqui all’affanno” dalla Cenerentola. La voce è estesa e omogenea, limpida, le agilità sgranate disinvoltamente e con correttezza; l’interpretazione così giovanilmente gioiosa ha subito catturato l’interesse del pubblico.
Shoko Okada ha quarant’anni, soprano in carriera (la ricordiamo come eccellente Butterfly a Torre del Lago nel 2020) si è presentata con “Ben io t’invenni”, dal Nabucco; la voce, di bel colore e omogenea nei vari registri, sale con facilità; molto elegante e disinvolta in scena: la frequentazione del palcoscenico c’è e si vede.
Il secondo premio, sempre ex aequo, è andato ad Youngjun Park e Ana Isabel Lazo. Il soprano guatemalteco, trentaquattrenne, fascinosa presenza, ha eseguito con gran piglio “Tu che le vanità”; bella la voce dai colori bruniti, particolarmente corposa nei gravi e nei centri.
Youngjun Park ha cantato per primo ed è stato, immediatamente, uno dei nostri favoriti: coreano, trent’anni, bell’aspetto nobile, il baritono ha sfoderato un mezzo notevole in “Cortigiani vil razza dannata”: timbrato, omogeneo, saldo, colore caldo e bruno che si illumina negli acuti; insomma, una bella voce “all’italiana”.
Il terzo premio è stato assegnato (francamente un po’ a sorpresa) a Vladimir Reutov, trentanovenne tenore russo, decisamente affascinante nell’aspetto da “bello e dannato”, alle prese con l’impegnativa (forse troppo?) “La vita è inferno all’infelice”; probabilmente emozionato ci è parso un po’ insicuro.
A Francesca Di Sauro sono andati anche il Premio del pubblico e il Premio Accademia di Belle Arti di Carrara.
Infine, last but not least - è proprio il caso di dirlo – il Premio Masterclass consegnato a Carolina Lopez Moreno: trent’anni, tedesca (con chiare e felici ascendenze latine), ha interpreto in modo assolutamente convincente “D’amor sull’ali rosee” con tanto di cabaletta “Tu vedrai che amore in terra”. Non neghiamo che anche lei era nella nostra personale, e ristretta, rosa dei favoriti: portamento scenico elegante e passionale; voce d’argento brunito, omogenea, tenera e assieme appassionata; corposi gli acuti; capace di preziosismi: impalpabili i pianissimo e i filati.
Grande successo e sentita partecipazione da parte del numeroso pubblico; così numeroso che per accontentare le tante richieste il giorno dopo è stato eseguito un nuovo, non programmato, concerto dei vincitori.
La giuria del concorso era così composta:
Giovanna Casolla - Presidente di giuria
Giuseppe Acquaviva - Direttore d’orchestra e Sovrintendente Teatro di Camogli
Sergio Bologna – Baritono e docente di canto
Renato Bonajuto – Casting manager Teatro Coccia di Novara, Dir. Art. AMO
Lorenzo Castriota Skanderbeg – Direttore d’orchestra
Piero di Egidio – Pianista e musicologo
Virginio Fedeli – Agenzia Atelier Musicale
Marco Impallomeni – Agenzia MCdomani
Carlo Menconi – Presidente Circolo Carrarese Amici della Lirica “A. Mercuruali”
Roberto Moretti – Agenzia RM artist
Franco Moretti – Direttore generale Fondazione Festival Puccini
Patrizia Orciani – Docente di canto
Alberto Paloscia – Regista e musicologo
Daniele Piscopo – Regista e presidente StormArt
Daniela Traldi – Presidente Conflirica – International Opera Award
Marco Tutino – Compositore
La recensione si riferisce a sabato 25 settembre 2021.
Marilisa Lazzari