Gabriella Tucci - Roma 4 agosto 1929 - Roma 9 luglio 2020.
Debuttò nel 1951 a Spoleto in Forza del Destino, con Beniamino Gigli essendosi classificata prima assoluta nel concorso per voci nuove. Dopo il necessario ed utile tirocinio in provincia, dal 1959 il soprano romano cominciò a calcare le scene dei più grandi teatri del mondo (Opera di Roma, Scala, Arena di Verona, Bologna, Firenze, Massimo di Palermo, Massimo Bellini di Catania, Metropolitan, Covent Garden, Vienna ecc.) conseguendo sempre grandissimi successi.
Il suo repertorio, spaziante dal seicento al novecento, contava oltre 80 ruoli di cui ben 13 verdiani (Il Corsaro Luisa Miller, Rigoletto, Trovatore, Traviata, Simon Boccanegra, Ballo in maschera, Forza del Destino, Don Carlo, Aida, Otello, Falstaff, Requiem).
Per ben tredici stagioni consecutive fu la stella del Metropolitan ove realizzò ben 250 rappresentazioni ( seconda artista italiana, dopo Caruso, per numero di recite). Suoi partner furono i più celebrati cantanti fra cui ricordiamo Del Monaco, Corelli; Bergonzi, Tucker, Bastianini, Cappuccilli, Protti, Cossotto con la guida delle bacchette più illustri: Gavazzeni, Capuana, Von Karajan, Cleva, Abbado, Levine , Szell, Solti, ecc.
Caratteristiche fondamentali di Gabriella Tucci furono una perfetta dizione e un colore di voce unico per bellezza e per dolcezza tipicamente femminile, ma in grado, quando l'autore lo richiedeva, di esprimere grande fierezza, nobiltà e perfino aggressività. Tutto ciò supportato da una tecnica agguerritissima, agilità fluide e ben articolate ed una ragguardevole estensione - il soprano romano toccava agevolmente il mi bemolle sovracuto.
Cantante quindi giustamente da collocare fra le più importanti della sua epoca che seppe dare ai personaggi interpretati una verità vocale e drammatica di storica rilevanza.
Si ascolti, per una chiara immediata esemplificazione, l'edizione live de Il Trovatore che la Scala portò a Mosca con Bergonzi diretto da Gavazzeni.
Solo pochissime Leonore riuscirono ad essere così intense, nostalgiche, amorose e sofferte. Nel canto della Tucci - si ascolti l'aria "D'amor sull'ali rosee" disponibile al termine di questo ricordo - traspare una così forte trepidazione unita ad una dolcissima espansione amorosa evidenziata da tali eterei pianissimi da dare a questa Leonora i tratti della più avvolgente e coinvolgente femminilità.
Nel successivo "Miserere" il canto della protagonista del dramma assume immediatamente le caratteristiche del più autentico stile verdiano: incisività, colore, scavo della parola.
Questa verità stilistico-interpretativa è comunque riscontrabile in tutte le interpretazioni di cui abbiamo conoscenza: nei vaneggiamenti di Elvira (I Puritani), nei tormenti di Butterffly, nei dubbi di Aida, nelle angosce di Violetta ed altri diversi personaggi.
Appunto per queste caratteristiche è possibile affermare che le prestazioni di Gabriella Tucci sono state di notevole modernità per l'accurata preparazione scenica favorita dalla sua notevole bellezza fisica, per la scelta dei costumi e per una totale aderenza alle sue eroine.
In altre parole questa cantante non interpretava, era di volta in volta Maddalena piuttosto che Didon piuttosto che Gilda o Elisabetta di Valois e così via per tutti i suoi personaggi.
Vocalista di grande pregio ma anche travolgente attrice, le si può forse rimproverare unicamente d'aver trascurato parzialmente Donizetti e Bellini.
In tutti i personaggi da lei affrontati di cui ci restano le registrazioni - quasi tutte dal vivo - ci si rende conto di una immedesimazione vocale veramente con pochi possibili confronti non solo per l'interpretazione eccellente, ma anche per un modulo di canto di grande nobiltà ed ispirazione..
In oltre trentacinque anni di carriera ha lasciato un’eredità straordinaria alle giovani generazioni in ordine all’amore per l‘opera, a un metodo di lavoro che accoppiava l’estro alla professionalità e all’umiltà necessaria.
Danilo Boaretto
Gabriella Tucci - G.Verdi, Il Trovatore: "D'amor sull'ali rosee"
Gabriella Tucci - G.Verdi, Aida: "Cieli azzurri"